Saturday, May 20, 2017

Ieri sera sono stata a un concertino ma parlo poco di musica

Io non sono in grado di uscire. 
Non che non voglia, non che non possa.
Semplicemente: non sono in grado.
Se esci devi essere leggero. Non tanto, non troppo ma almeno un po'. A me viene voglia di parlare di cose che - a sentirle - pure il trisavolo del mio ragazzo vorrebbe mollarmi.
Poi devi mantenere costante il livello di amusement ed entertaining. Invece io ho bisogno di momenti di pausa, ho bisogno di fissare una mollica sul tavolo e farmi domande tipo:
 "Dunque io sono un essere umano in mezzo a questi altri esseri umani e ora, in questa porzione di mondo e di vita stiamo condividendo il tempo e lo spazio che ci separa dalla morte di questo corpo fisico. Oggi sono più vecchia di ieri ma più giovane di domani e in questo momento crimini atroci attraversano l'umanità intera. Milioni di esseri viventi - cagnolini, scimpanzé, foche, bambini e ancora cagnolini - stanno soffrendo, qualcuno è morto ora. E ora. E ora. Ma EHI AHAHAH è davvero Maurizio Costanzo senza naso quello? AHAHAH".
Capite, non è che non voglio o non posso: non sono in grado.
Ieri sera ho preso il coraggio a due mani e sono stata a sentire musica stoner. Lasciatemi intanto dire che il genere l'ho prima chiesto al mio amico musicista perché io di musica capisco meno che di isotopi.
Sgombrato il campo da eventuali velleità da critica musicale ecco un altro problema che ho nel parlare di musica: non so se sono pronta ad affrontare il trauma che mi accompagna ad ogni concerto, raduno musicale, festival o kermesse, i capelli degli uomini.
Non fraintendetemi, il busillis non è la loro lunghezza ma il loro volume, brillantezza, vitalità, idratazione, lucentezza e vivacità. Energumeni con capelli da fata.Tutte caratteristiche che non rientrano nella lunga lista di aggettivi che potreste collegare ai miei capelli.
- cessi
-secchi
-crespi da ricci
- gonfi da lisci
- avviliti e avvilenti
...
No, non sono pronta ad affrontare e superare il dramma di così tante chiome più belle della mia.
Ad ogni modo ero lì, col mio abitino di H&M e sfondo di cellulare con Bmo a respirare il sudore degli altri, quando mi sono accorta che ero come un fiocco d'avena in una ciotola di vodka. 
Almeno il contesto era sincero. Mi sarei sentita allo stesso modo sorseggiando un Gin tonic sulla terrazza più in voga del locale più elegante della movida del Suburbs ma sarei stata circondata di falsi storici.
Rifiutate i falsi storici di plateau e tacchi alti quando dentro avete lo spleen. Cazzo quanto odio le chiacchiere da bicchiere di plastica in mano.
Chi è quella, sono io? Non provo nulla, non sento nulla e rido.
Non ci sono alti, non ci sono bassi e mi preoccupo per lo smalto che si sta sbeccando.
Davvero sono due o tre cose che mi fanno provare qualcosa oggi.
Devo ringraziare il concertino di musica stoner di ieri sera perché mi ha dato l'occasione di parlare di questo argomento che magari coinvolge anche altri che si sentono come me oggi. 
Se avete qualche emozione
NON. LA. CONDIVIDETE.
Raga è più preziosa dell'oro in cassaforte.