Wednesday, February 14, 2018

San V. o "Di quella volta che feci Araki(ri) senza morire"

Negli scorsi anni mi sono sgolata a ripetere quanto questa festa sia banale e - a differenza di quasi tutta la mia vita - non intendo contraddirmi. 
Penso ancora che il San Valentino viaggi tra il grottesco e il commerciale al pari delle chiappe di Kim Kardashian ma chi sono io per giudicare???
Quindi festeggiate, se proprio ci tenete, ma non prendiamoci in giro.
Chi ha l'amore lo festeggia ogni giorno, oggi è grossomodo la festa del sesso. 
Il che va benissimo purché sia consensuale, legale e, last but not least, protetto.
Non so se abbiamo lo stesso concetto d'amore ma se vi interessa un uomo che ama a tal punto la propria moglie da fotografarla dentro ad una bara possiamo andare avanti. 
Allora vorrei arrivare dritta la punto con un tema scomodo quanto un trono fatto di spade fuse insieme. Che idea del cazzo, manco il design d'interni di De Lucchi o Dorata. Vabbè.


Il tema di oggi è la fotografia erotica giapponese, nello specifico: Araki Nobuyoshi e Daido Moriyama nella collezione Eros or something other than eros. 


ARAKI NOBUYOSHI
Penso abbia visto più vagine lui in un anno che un ginecologo a fine carriera. Come tutti gli animi candidi, anche lui si esprime attraverso le porcherie più bieche. Tipo fotografare le donne durante le pratiche di kinbaku. Oggi è un tipetto tranquillo di 78 anni che ha collaborato con Vogue, Dazed e Supreme ma soprattutto ha amato una sola donna, sua moglie Yoko, morta nel 1990 di cancro alle ovaie. 
L'ha immortalata in tutti i momenti di vita vissuti insieme, dall'orgasmo alla tomba, dalla vita alla morte. E non so immaginare un amore più grande. 感謝 Mr.Nobuyashi.





DAIDO MORIYAMA
Coetaneo di Araki, classe 1938 e uno spirito libero che per trovare un paragone occidentale dobbiamo richiamare alla testa quel girandolone di Kerouak. Daiddino come lo chiameremo noi che gli vogliamo bene (perché non si può non voler bene a uno così), famosissimo per essere un fotografo di strada, esce nel 1969 con EROS OR SOMETHING OTHER THAN EROS di cui il signor Enzino ci mostra qualche diapositiva:






Tuesday, February 6, 2018

Call me by your name

DISCLAIMER: vedetelo in original version. 
Se abitate nel Suburbs avete appena perso questa possibilità. Dall'1 al 5 febbraio infatti lo davano al cinema Margherita mentre l'Uci del Palariviera, almeno per il momento, non ne ha traccia. Scrivo ascoltando la ost del film su Spotify fingendo, con buon profitto, di conoscere ogni pezzo 


La filosofia scolastica era solita uscirsene con sparate tipo "ens, verum, bonum et pulchrum convertuntur in unum" (l'essere, il vero, il buono e il bello convergono in unità). Dove c'è la bellezza non può mancare la bontà: essere belli e buoni è la stessa cosa. Questa premessa è necessaria per affrontare Call me by your name, il nuovo film di Luca Guadagnino. 

Prendiamoci un attimo per parlare del regista. Vi posso snocciolare almeno tre motivi per cui voler bene a questo quarantaseienne palermitano. 
In primo luogo la disinvoltura e la gentilezza con cui mette su le camicie legandole fino al bottone più alto del collo; è un dato che va sempre apprezzato negli uomini.
In secondo luogo perché tra i suoi attori feticcio ci sono anche miei attori feticcio, e.g. Tilda Swinton.
Il terzo motivo è la sua mostruosa crescita che, in funzione del karma, auguro a me e a voi con i giusti tempi.  


Nel 1999 esce con THE PROTAGONISTS, un docufilm (che già secondo me nel 1999 è un punto a suo favore) su un caso di cronaca. C'è Tilda Swinton bella splendente come un astro del firmamento. 
Nel 2000 dirige il video di VAMOS A BAILAR ESTA VIDA NUEVA. Voi dovete capire che io sono totalmente impazzita. Internet è pieno di persone che sono NATE quell'anno. Ebbene io avevo 10 anni, e già mi sembrava di averne alle spalle 100, quando uscì quella canzone che è un po' la Spice up your life italiana. Poi la prossima volta magari parliamo delle basi della musica classica, anche grazie alla reunion delle Spice. 
Se mai vi foste chiesti CHI CAZZO È CHE HA DIRETTO IL FILM DI MELISSA P., ecco, signori miei, ora avete la risposta. Luca Guadagnino, nel 2005. Io sono sconvolta quanto voi perché comunque non esistono che eroi neri in questa vita. E io come una fessa ogni volta provo a convincermi del contrario.  
Nel 2013 mi torna la fiducia perché comunque avevo trovato un ragazzo e poi perché Guadagnino è tra i produttori di BELLUSCONE - UNA STORIA SICILIANA girato fa Franco Maresco . 
Dopo questi anni di confusione, ecco il capolavoro: LA TRILOGIA DEL DESIDERIO.
2009 - Io sono l'amore
2015 - A bigger splash
2017 - Call me by your name 

Vorrei precisare che nel 2009 ero totalmente impazzita per IO SONO L'AMORE. Ma impazzita, mi capite? Come quando vedi Titanic quattro volte al cinema o ti spari i Tenembaum per la 37esima volta. Ha ricevuto nomination a secchiate. A bigger splash non sono mai riuscita a reperirlo quindi se lo avete in dvd o bluray potremmo vederlo a casa mia se vi va. La chiusura della trilogia è affidata alla trasposizione di un romanzo del 2007 di André Aciman che quasi sicuramente leggerò, sperando di reperire un'edizione senza scene del film in copertina perché, dai, è proprio brutto quando le case editrici lo fanno. 
In questo caso sarebbe ancora più brutto perché significherebbe sputtanare qualcosa che nasce con uno spirito pulito. La pellicola non fa mai la puttana, cioè non compiace un piacere dello spettatore per il solo fatto di aver pagato il biglietto. Non ha niente di politico o autocommiserativo. È un film di raro garbo. Intendo dire che è proprio una pellicola gentile con lo spettatore e si propone quasi come una educazione sentimentale.
Intendo una vera e propria formazione ai sentimenti in cui l'unico precetto è: ama e, se non puoi amare, goditi la vicinanza che un altro essere umano ti concede perché è la punta più alta che la vita tocca.

Parliamoci chiaro, nel film di sesso ce n'è, non è che parla di arcangeli, troni e dominazioni.
Il fatto però è che il titolo e il contenuto sono particolarmente legati. Chiamami con il tuo nome è un altro modo di dire, anche allo spettatore: quello che tu chiami amore è solo il nome che dai tu, ma non è che vale per tutti. Del tipo, ciccio calibrati l'ego che se pensi che tutto giri intorno a te hai solo battuto la testa. 

Ci sono poi dei momenti in cui, pur parlando di una realtà diversa dalla mia, posso immedesimarmi ad un livello di profondità imbarazzante.
Tipo il silenzioso pianto finale. Raga sono io a 17 anni ma pure tipo a 27 quando devi andare avanti anche se dentro c'hai Nagasaki. 
CMBYN merita tutti gli Oscar per cui è nominato ma merita l'ulteriore premio di essere proiettato in ogni scuola della Repubblica. È più educativo di ogni ora di matematica o geografia che io abbia seguito in vita mia. Vabbé che non so quante ore ci vogliono per arrivare da Milano a Roma andando a 130 km/h però si sopravvive.