Solo il salto mortale è un salto, solo lo stupore dello stupore è vera meraviglia
La prima volta che ho sentito parlare di Ratigher, alias Francesco D'Erminio, è stato per una figura di merda. Mia, ça va sans dire.
Gli scrissi per regalare al mio ragazzo una t-shirt di Bimbo fango a cui ancora oggi sono molto legata per il cumulo affettivo/aneddotico che ci si è posato sopra. Non sapevo si chiamasse Francesco, così gli scrissi una mail con la stessa proprietà di linguaggio di un bambino che a sei anni scrive a Santa Claus. Iniziava con un "caro-Ratigher-virgola-a-capo" che speravo sarebbe stato perdonato con indulgenza.
Sono tanti i modi per parlare bene di un autore e, sebbene sia molto in voga definire le persone "vere" e "buone", è bene pensare alle tante categorie che si dimenticano ogni volta.
Quindi, pur essendo inevitabile riferirsi a Ratigher come ad un "buono" scrittore e fumettista"vero", è fondamentale stabilire fin da subito la qualità e la fibra del suo lavoro.
E ricordare come, a suo tempo, sia stato indulgente.
Mentre scrivevo questo post ho mollato tutto e mi sono messa a vedere la settima puntata di una delle più belle stagioni dei Simpson, quella che andò in onda quando avrò avuto grossomodo 4 anni. Bart's inner child. Grazie a questa puntata Francesco decise di chiamarsi Ratigher. Vi lascio il video, in modo che possiate godere di quei beati venti minuti di gioia e scoprire quando, dove, come e perché viene fuori Ratigher.
Non fate i vermoni, però. Se non lo sapete non cercate su google, niente soluzioni a pag. 46!
Attorno ai primi anni 2000 Ratigher è nel gruppo dei Super amici insieme a Dr. Pira, Lrnz, Maicol e Mirco e Tuono Pettinato. Come suggeriscono i siti porno sui metodi per enlarge your penis, "you must live under a rock" per non conoscerli ma se non li conoscete siete sempre in tempo, non scappano!
Un fatto che mi ha molto colpito è che tra i principi dei Super amici c'era l'idea di creare fumetti che fossero pubblicabili e vendibili. O meglio che facessero venir voglia di essere comprati. L'affetto verso i (super) amici viaggiava insieme al perfezionamento tra artisti che in questo modo hanno costruito proprie simbologie, mitologie e stili.
Ratigher pubblica per Vice la rubrica Intanto altrove , scrive e disegna fumetti e, nel 2017, diventa direttore editoriale per Coconino, impiego che non gli concede più tutto il tempo e lo spazio per disegnare quanto vorrebbe.
Nonostante questo, il 7 novembre, esce Fortezza pterodattilo.
La raccolta contiene racconti degli scorsi anni e due storie, una in apertura l'altra in chiusura, scritte e disegnate di recente, tra i tanti impegni di Ratigher nella casa editoriale bolognese.
Le storie espugnano (e vincono contro) la "fortezza" con trappole ad ogni nuova stanza che il lettore visita.
"Mi piace, di te - confida l'amico Maicol Rocchetti - che sei interessato a ciò che accade dietro alla porta, non davanti".
Non solo vero e bravo, dunque, ma anche competente e mai banale.
Ma perché Pterodattilo? Preferirei che, se avrete intenzione di approcciare questo bel libro, lo trovaste voi per voi il perché. Le parole dell'autore, per dovere di cronaca, portano lontano. Con un altro mezzo - la musica - e ad un altro genere, il noise rock. "Ho ascoltato l'album Lacrima/Pantera dei Death of Anna Karina e ho voluto provare a sorprendere con una doppia sorpresa".
Giacché è sorpresa solo lo stupore dello stupore. Come se solo il salto mortale fosse un vero salto.