Allora ciao, cià cià... iniziamo subito che ho un po' di robe da dire.
Fonti attendibili (Wikipedia) ci dicono che è ancora estate. Nessuno ci crede più ma è così. Contro ogni previsione. Al mare, per strada e a messa ancora molte indossano timidi shorts inguinali. L'estate è finita, lo sanno anche le sagre, e l'autunno ci esploderà in mano come un petardo di Capodanno pieno di buone intenzioni. Io il 1° Settembre faccio più propositi che il 31 Dicembre, tipo:
- Mi metterò a dieta;
- Inizierò a chiamare le amiche con il cognome abbreviato (come fanno tutte le vere fighe);
- Non canterò più come una scema davanti allo specchio quando sentirò una canzone che mi piace (come tutte le vere fighe).
Insomma sarò fighissima. Tra l'amarezza per il fallimento della prova costume e l'avvilimento prenatalizio c'è un posticino comodo comodo occupato dalla tristezza autunnale. Mai una gioia insomma. Io stessa coltivo con dedizione estrema un'autocommiserazione che manco tutto il popolo ebraico in duemila anni di storia. La tristezza fa più miracoli della scienza e in certi pomeriggi piovosi anche gli infaticabili, instancabili, attivissimi si possono ritrovare sul divano col mal di testa e senza voglia di fare. Io invece ho fame: non so se chimica, nervosa, atavica o altro. So solo che ho fame e non ho voglia di studiare e per gli esami sono più spacciata della cocaina in un libro di Saviano.
Addio e grazie per tutto il pesce.
S.